La respirazione orale è un'alterazione stabile e patologica dello schema respiratorio abituale:
l'aria transita attraverso il cavo orale, e non attraverso il naso come dovrebbe avvenire fisiologicamente.
� un comportamento transitorio che si innesca quando le resistenze aeree si innalzano, per cui il paziente trova
meccanicamente vantaggioso respirare attraverso la bocca ( un raffreddore ad es.).
Se però l'ostacolo nasale non è rimosso tempestivamente, e il modello respiratorio diviene cronicamente orale,per
es. in caso di tonsilliti croniche o adenoidi ipertrofiche, importanti conseguenze possono coinvolgere numerosi distretti
dell'organismo: il cavo orale, le vie aeree superiori e inferiori, la postura, lo sviluppo craniofacciale.
La respirazione nasale permette il riscaldamento, la depurazione e l'umidificazione del flusso aereo inalato.
Nel naso ci sono le prime barriere contro gli agenti patogeni e contro gli allergeni.
In caso di respirazione orale l'aria non subisce questo trattamento preventivo, e ciò può essere la causa un
costante stato di irritazione faringo-laringea, di infezioni aeree recidivanti e di un accentuato riflesso di broncocostrizione.
� difficile determinare in modo inequivocabile il nesso causa-effetto tra modello respiratorio, sviluppo di patologie delle vie
aeree e alterazioni craniofacciali, poichè nessun soggetto, neanche perfettamente sano, presenta una respirazione completamente
orale o completamente nasale, pertanto va indagato il ruolo di questo singolo fattore di rischio per ogni singolo soggetto.
Si definisce respiratore orale un bambino che respira l'80% del tempo attraverso la cavità orale, respiratore nasale se almeno
l'80% del tempo respira attraverso la cavità nasale, e misto se si riscontra un valore intermedio. Da studi epidemiologici si
stima che il 10-15% dei bambini siano respiratori orali conclamati, con picchi maggiori nei periodi dell'anno in cui le allergie
stagionali si riacutizzano.
La respirazione orale comporta conseguenze sia immediate che a medio-lungo termine in numerosi distretti dell'organismo: sulla
salute del cavo orale, sulla postura del soggetto e sulla crescita cranio facciale.
1.2.1 Salute del cavo orale
� stato dimostrato che il flusso aereo cronicamente in transito attraverso il cavo orale comporta una maggiore incidenza di
xerostomia (riduzione della saliva!), tensione a livello del muscolo orbicolare ( muscolo ad anello intorno alla bocca) e tendenza
al bruxismo notturno. La saliva ha un importante ruolo protettivo nei confronti di denti e mucose; è il primo igienista dentale
della nostra bocca! Il suo flusso assicura detersione, rimineralizzazione dei denti grazie ai sali minerali sciolti e difesa
immunitaria grazie al lisozima e alle IgA che contiene. Uno stato di secchezza cronica delle fauci è in grado di alterare la
flora batterica orale, e favorisce l'insorgenza di carie, infezioni ( ulcerazioni, candidosi) e parodontopatie ( perdita del
tessuto di supporto del dente).
L'aumento del tono muscolare dell'orbicolare comporta senz'altro lo spostamento dei denti.
Il bruxismo comporta danni sui denti ( faccette di usura) sull'osso di supporto dei denti, che si riassorbe più velocemente,
e sulle articolazioni.
1.2.2 Alterazioni posturali
La respirazione nasale, fisiologica, avviene senza sforzo, a labbra competenti (chiuse) e rilassate, con le arcate dentarie non
in contatto e la lingua in posizione di riposo, cioè appoggiata sul palato dietro la papilla retroincisale ( SPOT ). Durante la
ventilazione normale sono coinvolti attivamente solo il diaframma e i muscoli intercostali esterni. In caso di respirazione orale
invece la postura del soggetto è alterata a livello della testa, della colonna vertebrale, delle labbra e della lingua.
Viene utilizzata una muscolatura accessoria non fisiologica e si tende ad assumere una postura cosiddetta "a Gallinaccio"
La respirazione orale ha ripercussioni sulla postura cranica e cervicale poichè iperestendendo la testa il paziente respira più
facilmente: si innesca un feed-back protettivo che dilata le vie aeree superiori.
Semeioticamente è noto�che gli individui che respirano con la bocca hanno per lo meno una faccia caratteristica, che li rende riconoscibili
da quelli che invece respirano col naso.
Esiste addirittura in medichese un termine per indicare tali soggetti: facies adenoidea, ossia la faccia caratteristica di quelli che hanno
le adenoidi ingrossate e che per questo sono costretti a respirare con la bocca.
Naturalmente non solo i medici si erano accorti di queste diversità caratteristiche.
In certe popolazioni l'appellativo per il respiratore orale assume una connotazione dispregiativa. Nel cosentino esiste addirittura il
termine dialettale "vuccapiertu" ( lett. individuo con la bocca aperta ) che veniva impiegato proprio per additare dispregiativamente il
respiratore orale del paese che spesso era anche al di sotto delle facoltà intellettive medie.
Vediamo ora come si presenta il viso ( facies ) e la postura del respiratore orale: